sabato 7 settembre 2013

Pilsener: ecuatorianamente refrescante



Si sa che una delle mie più grandi passioni, sia dedicarmi alla scoperta di tutti gli effetti possibili, sia fisici che sociali, associati all'uso e all'abuso di sostanze alcooliche. Di tutti i tipi.

Sarà per questo che non ho dismesso l'abito del "ricercatore" neanche l'ultima sera prima di imbarcarmi per questo viaggio. Il risultato, prevedibile, è stato una corsa folle in macchina fino alla sezione partenze dell'aeroporto Malpensa.
Arrivare 25 minuti prima della partenza di un volo intercontinentale, e pretendere di essere imbarcati, è un'esperienza che non auguro a nessuno, fosse solo per il fatto che ti metti a pensare a quanto può essere stupido rischiare di buttare nel cesso un biglietto di più di mille euro, acquistato senza neanche fare l'assicurazione, per aver bevuto "qualche" bicchiere di troppo.
Non dimenticherò mai la frase dell'impiegata al check-in che, dopo lunghe discussioni, finalmente mi permise di imbarcare la valigia, e mi diede la carta di imbarco dicendomi: "Signore, adesso deve correre". Che dire, accettai il saggio consiglio e corsi come neanche Forrest Gump avrebbe saputo fare.
Sospinto dall'inboccaallupo gridato alle mie spalle delle simpatiche signorine dell'Air Europe (al quale risposi prontamente "CREPI" rischiando di schiantarmi contro una barriera architettonica), arrivai finalmente al gate, ultimo, sudato, disidratato e con un chuchaki (resaca o post-sbronza) da competizione.

In un certo senso credo che questo possa essere il modo migliore per approcciarsi ad un viaggio verso un paese come l'Ecuador. Qui lo sport più praticato, dopo il "dare asilo politico a chi sputtana gli USA" e il gioco del "trivelliamo la foresta amazzonica per il petrolio", è sicuramente l'alcoolismo! D'altronde immaginatevi un posto dove ovunque puoi trovare birre (da 66cl) a un dollaro, meno di euro, praticamente il costo di un caffè! Se Ciccio avesse cercato lavoro qui il settimo colloquio neanche se lo ricorderebbe..

Come ogni sport ha le sue regole. Tanto per cominciare la domenica nessun esercizio commerciale può vendere nessun tipo di bevanda alcoolica, e questo non perchè sia il giorno del signore benedetto. Il motivo è molto più terreno: è stato infatti "empiricamente" dimostrato che sennò una buona percentuale della popolazione arriverebbe al lavoro il lunedì ancora ubriaca!
Un'altra regola curiosa è che, in prossimità delle elezioni, questo divieto si protragga nei 5 giorni precedenti e successivi alla tornata elettorale, causando panico e corse ai supermercati che neanche quando c'erano gli allarmi nucleari negli USA durante la guerra fredda..
Girando per le strade il venerdì e il sabato notte, ti viene da pensare che la gente abbia alcool al posto del sangue nelle vene, o come direbbe qualcuno "c'è del sangue nel mio alcool".

Qui succede poi che magari il governo aumenti le imposte selle bevande alcooliche, facendo arrivare il liquore più economico alla cifra astronomica di 5 dollari! E succede pure che la gente decida di fabbricarselo direttamente in casa, e poi magari di rivenderlo e di farci un piccolo business. Succede poi anche che, nelle settimane successive, ci siano strane epidemie, che magari colpiscono solo un villaggio, lasciando intatti tutti quelli limitrofi. Come ogni medico sa, sono di quelle epidemie che colpiscono solo durante la festa del pueblo, quando a farla da padrona è una bevanda composta proprio con quell'alcool fatto in casa, che si scoprirà poi essere adulterato ed essere riconosciuto colpevole della morte di decine di persone.

Così, fatta una bella scorta di ottima birra Pilsener, mi appresto a scendere in campo, cercando di sfoderare una buona prestazione, nonostante l'altitudine. Bisogna pur adattarsi agli usi locali no?
Non mi sono mai piaciuti quei personaggi che viaggiano e pretendono di avere le comodità, i sapori e gli odori di casa ovunque vadano!

Ora devo andare, di là mi aspettano un cubano, un'italiana e una colombiana..no, non è l'inizio di una barzelletta, ma piuttosto l'inizio di una serata qui a Quito. Il meteo dice che ci saranno abbondanti precipitazioni di birra, accompagnate da temporanee discussioni politiche, seguite da balli alternati di salsa, reggaeton e cumbia (giusto per non cadere negli stereotipi).

Meno male che basta alzare gli occhi per vedere tutt'intorno queste montagne immense che, verdi e rotondeggianti, ti guardano maestose dall'alto dei loro 3000 metri. Una presenza solida, da cui trarre un po' di forza e coraggio, perchè nonostante tutto ci sono sempre delle certezze su cui puoi contare, dei punti fermi nella vita di ognuno da cui poter ripartire e a cui fare ritorno.

Come testimonia questo blog appena nato.

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