Cari Palle,
Mentre ci avventuravamo verso la Certosa si diceva: “..perché non ridare al nostro piccolo angolo web ancora una speranza..”. Va bene l’immediatezza della messaggistica istantanea ma come mi sono fermato a pensare tornando in Italia voglio fermarmi con voi e condividere qualche pensiero.
Sono in una fase di disordine mentale quindi perdonate lo stile impressionista.
Abbiamo sempre voluto partire. Andarcene. Esplorare. Scavallare la collina e volare verso l’”Infinito”.
Siamo quasi tutti via ormai e chi è rimasto lo fa per ripartire verso sud. Presto.
Perché siamo partiti? Facile, per spirito di avventura e necessità, per curiosità e rifiuto. Perché rifiutati dalla nostra civiltà in declino. Perché non ci andava di rimanere a spasso in Italia.Negli androni dei nostri cortili pavesi quante ore passate a disprezzare il nostro provinvialismo italiaco..quel desiderio di calma e tranquillità pilatesco, che portava la maggior parte dell’Italiota medio a rintanarsi nel suo mondo piccolo? Quella inerzia complice che aveva portato il Paese in rovina da Craxi in poi.
Siamo partiti senza guardarci indietro. A volte una fuga veloce in patria ma solo per farsi ricarburare la voglia di partire. Un eterno ripartire.
Eppure no...io questa volta sono tornato. Non ho solo preso un aereo per una fuga a casa. Ho voluto vedere tutto con occhi da straniero. Ed è stato diverso. Tanto.
Da qui in poi forse solo Ciccio mi potrà comprendere del tutto.
Da due anni non vedevo un’estate, o simil tale, italiana...Ah L’Italia, quella puttana che mi aveva scaricato e dalla quale con me ne sono andato incazzato, ancora una volta mi ha riconquistato. E forse ancora sogno un amore impossibile con lei..
Sfortunatamente non è cambiato nulla. I politici sono delle fecce. Non c’è lavoro. La gente si lamenta e subisce. Il futuro è vago.
Ma questa volta la prospettiva era diversa per me. Me lo sono imposto.
Fortunatamente alcune cose, almeno nelle mie Marche, non sono cambiate. I legami sociali forti (nonostante la macelleria sociale della crisi). Il sorriso. La giovialità. L’ironia e la genialità. L’onestà paesana. L’essere fieramente grezzi.
La voglia profonda di una vita semplice.
I tre ruote della piaggio che salgono pieni di fieno le colline. I casolari con gli animali da cortile. Gli agriturismi ovunque. La religione del cibo e della vita sana. La terra ed i suoi prodotti. I pettegolezzi piccoli. Il gusto annoiato di una vita semplice. Questo sapore io non lo avevo mai apprezzato, anzi lo avevo sempre ributtato, disgustato ed altezzoso. Io, di cultura e palato fine. Io aspiravo a qualcosa di più grande che desse un senso alla complessità globale. Ma aveva ragione Bilbo Baggins: It is no bad thing to CELEBRATE a simple life.
Sono nato in un paradiso da difendere e non me ne sono mai accorto. E questa volta non me ne sarei affatto andato...
Sarà il rifiuto del futuro che qui vedo incarnato, maligno e vicino. Sarà l’avanzare funesto di un oriente militarmente ed economicamente aggressivo. Sarà la stanchezza della vita lavorativa metropolitana che macina il tuo tempo e ti espropria del potere di metabolizzare la realtà. Sarà solo la nostalgia ed il bisogno innato di protezione ed amicizia, quella vostra. Sarà solo debolezza.
Ma le mie colline mi hanno riempito di un bisogno estremo di tornare. Perché quel che ho buttato alle spalle ha un valore che non avevo mai compreso. Tornare, perché quello stile di vita ha un senso profondo, non provinciale: quello di attribuire valore al tempo che scorre lentamente..Il tempo l’unica cosa, insieme all’amore, che non si può comprare..
Il miraggio di un mondo lontano che aveva tutto da insegnarci è svanito da tempo in me.. noi popoli del sud dovremmo reinsegnare un po’ al mondo come vivere la vita..con lentezza..
Lasciatemi sognare che ci ritroveremo tutti noi, magari non troppo lontano da oggi, in un luogo del mondo dove potremo vivere una vita lenta e semplice..
CDM
Nonostante tutto, Ciccio non è l'unico a capirti. Viva l'Italia, passeggiatrice di basso borgo
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