lunedì 14 aprile 2014

Migrante che vai.... paese che trovi



Giovedì 10 Aprile '14


Mi trovo su un treno che viaggia da Novara a Mestre. Oggi compio 28 anni e mi prendo queste 3h abbondanti di viaggio per scrivere qualcosa per il nostro Blog.
Non voglio farvi una sintesi delle 7 settimane che ho trascorso in Svezia, siamo gi? stati in contatto ogni giorno via Whatsapp. Non vale la pena nemmeno fare un bilancio del tempo trascorso nella Sveland. Piuttosto vorrei condividere con voi qualche spunto che ci riguarda.

Come sapete ho trovato alloggio a Falun grazie a un amico molisano che conobbi gi? nel 2011, lo chiameremo C. Questi mi ha trovato il contatto per subaffittare a un prezzo pi? che amico, direi quasi regalato, presso la casa di un insegnante romano di 32 anni, che chiameremo G. C. e G. sono amici di un ingegnere siciliano di 43 anni, detto M.z che vive e lavora in Svezia da almeno 8 anni. La prima sera ci organizziamo per una pizzata a casa di C. e della sua compagna tedesca, severissima ma quasi mai in uniforme. Mi presentano M. un ex militante di Lotta Continua che ha deciso di calmarsi un po' dopo che la prima moglie svedese lo ha denunciato per maltrattamenti su un minore (mi ha spiegato che sottrasse l'I.pad alla figlia di 8 anni mentre questa faceva resistenza pi? del dovuto; Svezia, inferno - paradiso). M. ora si ? risposato con un'altra svedese che in queste settimane metter? al mondo un bambino. Lavora come maestro in una scuola materna, e durante il week-end lavora come barista in una birreria. Dice che, da gran lavoratore piemontese che ?, alla scuola materna non si stanca a sufficienza; l'anno scorso ha superato i 50, si trova in Svezia da almeno 15 anni e ancora stenta a parlare l'idioma nordico: dice che gli fa schifo.
Ma durante la cena non siamo solo italiani, ci sono anche 3 compagne svedesi e la tedesca. Tuttavia il tono di voce imperante di noi connazionali, e la necessit? di esprimerci liberamente fa s? che siamo ancora noi italiani a farla da padroni quando si tratta di fare ''serata social''.
Dopo quella pizzata ho condiviso con questi migranti italiani molti altri momenti. Un po' perché non era pi? tempo per fare festa con gli erasmus, un po' perché quando stai all'estero poche cose sono ricuoranti come una serata a sparar cazzate con qualche connazionale (anche se alla fine si parla sempre di calcio e di foka). Ma cosa c'? di meglio di una buona cena tra amici e quando il livello alcolico sale tutti in sala a spararsi un bel mix del meglio di Andrea Di Pr??
La maggior parte delle mie serate svedesi le ho trascorse con italiani, e queste si sono sempre rilevate le pi? divertenti. O per  lo meno quelle in cui si ? mangiato meglio. Anche se questa scelta mi ha precluso l'opportunit? di buttar il naso un po' fuori dal solito giro. Ma gli amici italiani che ho conosciuto in Svezia sono tutti diversi fra loro; e per et? e per estrazione sociale. Perci? mi domando cosa ci unisce? Noi italiani non siamo un popolo particolarmente patriota, forse  tendiamo semplicemente a "far comunella" come si di a Roma...
Siamo un popolo contraddittorio noi italiani: lasciamo il nostro paese perché immaginiamo un futuro migliore ma non siamo disposti a metterci in gioco fino in fondo. Viviamo, studiamo, lavoriamo all'estero per anni ma siamo sempre pronti a sfottere le abitudini dei popoli che ci ospitano; spingendoci a dire che la loro lingua suona ridicola. Quando si esce a cena con amici 2 su 3 si va per un ristorante etnico; all'estero faremmo carte false per una margherita come si deve o un espresso decente...
Un po' come amava affermare qual capoccia da un balcone della Capitale: Italiani popolo di eroi, santi, poeti e trasmigratori.

2 commenti:

  1. Conoscere italiani all'estero ti fa capire quanto ti manca il tuo paese e nello stesso tempo ti fa ricordare alcuni dei motivi che ti hanno spinto ad abbandonarlo..

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