mercoledì 6 agosto 2014

Il Lento Ritorno


Cari Palle,

Mentre ci avventuravamo verso la Certosa si diceva: “..perché non ridare al nostro piccolo angolo web ancora una speranza..”. Va bene l’immediatezza della messaggistica istantanea ma come mi sono fermato a pensare tornando in Italia voglio fermarmi con voi e condividere qualche pensiero.

Sono in una fase di disordine mentale quindi perdonate lo stile impressionista. 

Abbiamo sempre voluto partire. Andarcene. Esplorare. Scavallare la collina e volare verso l’”Infinito”.
 
Siamo quasi tutti via ormai e chi è rimasto lo fa per ripartire verso sud. Presto. 

Perché siamo partiti? Facile, per spirito di avventura e necessità, per curiosità e rifiuto. Perché rifiutati dalla nostra civiltà in declino. Perché non ci andava di rimanere a spasso in Italia.Negli androni dei nostri cortili pavesi quante ore passate a disprezzare il nostro provinvialismo italiaco..quel desiderio di calma e tranquillità pilatesco, che portava la maggior parte dell’Italiota medio a rintanarsi nel suo mondo piccolo? Quella inerzia complice che aveva portato il Paese in rovina da Craxi in poi.

Siamo partiti senza guardarci indietro. A volte una fuga veloce in patria ma solo per farsi ricarburare la voglia di partire. Un eterno ripartire. 

Eppure no...io questa volta sono tornato. Non ho solo preso un aereo per una fuga a casa. Ho voluto vedere tutto con occhi da straniero. Ed è stato diverso. Tanto.

Da qui in poi forse solo Ciccio mi potrà comprendere del tutto.

Da due anni non vedevo un’estate, o simil tale, italiana...Ah L’Italia, quella puttana che mi aveva scaricato e dalla quale con me ne sono andato incazzato, ancora una volta mi ha riconquistato. E forse ancora sogno un amore impossibile con lei..

Sfortunatamente non è cambiato nulla. I politici sono delle fecce. Non c’è lavoro. La gente si lamenta e subisce. Il futuro è vago.

Ma questa volta la prospettiva era diversa per me. Me lo sono imposto.

 Fortunatamente alcune cose, almeno nelle mie Marche, non sono cambiate. I legami sociali forti (nonostante la macelleria sociale della crisi). Il sorriso. La giovialità. L’ironia e la genialità. L’onestà paesana. L’essere fieramente grezzi.

La voglia profonda di una vita semplice. 

I tre ruote della piaggio che salgono pieni di fieno le colline. I casolari con gli animali da cortile. Gli agriturismi ovunque. La religione del cibo e della vita sana. La terra ed i suoi prodotti. I pettegolezzi piccoli. Il gusto annoiato di una vita semplice. Questo sapore io non lo avevo mai apprezzato, anzi lo avevo sempre ributtato, disgustato ed altezzoso. Io, di cultura e palato fine. Io aspiravo a qualcosa di più grande che desse un senso alla complessità globale.  Ma aveva ragione Bilbo Baggins: It is no bad thing to CELEBRATE a simple life.

Sono nato in un paradiso da difendere e non me ne sono mai accorto. E questa volta non me ne sarei affatto andato...

Sarà il rifiuto del futuro che qui vedo incarnato, maligno e vicino. Sarà l’avanzare funesto di un oriente militarmente ed economicamente aggressivo. Sarà la stanchezza della vita lavorativa metropolitana che macina il tuo tempo e ti espropria del potere di metabolizzare la realtà. Sarà solo la nostalgia ed il bisogno innato di protezione ed amicizia, quella vostra. Sarà solo debolezza.

Ma le mie colline mi hanno riempito di un bisogno estremo di tornare. Perché quel che ho buttato alle spalle ha un valore che non avevo mai compreso. Tornare, perché quello stile di vita ha un senso profondo, non provinciale: quello di attribuire valore al tempo che scorre lentamente..Il tempo l’unica cosa, insieme all’amore, che non si può comprare..

Il miraggio di un mondo lontano che aveva tutto da insegnarci è svanito da tempo in me.. noi popoli del sud dovremmo reinsegnare un po’ al mondo come vivere la vita..con lentezza.. 

Lasciatemi sognare che ci ritroveremo tutti noi, magari non troppo lontano da oggi, in un luogo del mondo dove potremo vivere una vita lenta e semplice..


CDM

martedì 5 agosto 2014

Resurrectio Pueris



Tutti sanno ke il cortile non è morto!
Tutti sanno ke il cortile è vivo e vegeto!
Non sarà affollato, è vero, ma di sicuro non è deserto.
Quello che è veramente morto stasera è il mio internet, il che non mi porta distrazioni di alcun tipo lasciandomi da solo nel mio appartamento tunisino a pensare, ad abbandonarmi nei ricordi con musica paranoica annessa come si conviene fare in questi casi.
Quello che è momentaneamente morto è Ciccio Alè, il ragazzino di 30 anni che tutti sanno ke all’occasione diventa in pochi secondi un 17enne…anche se a volte la ripresa dalle bravate liceali è più lenta.
In questo momento sono Francesco, quello che lavora, quello che si spaccia per una persona seria, quello che torna a casa impolverato.
In verità anche da bambino tornavo a casa impolverato e mamma Rosalba non la prendeva benissimo, ora invece è quasi contenta quando mi vede al pc pieno di polvere al rientro del lavoro.
Certe abitudini sono morte dando vita a nuove abitudini opposte.
Per me stare a Pavia era diventata un abitudine. 
Era un’abitudine lamentarsi del nulla, del freddo, del caldo, di quando fosse monotona, buia, noiosa.
Ero nel centro della pianura padana e sognavo il mare il sole e il caldo.
Paradossale che anche questi pensieri siano morti dando vita a pensieri opposti.
Sarà questa mutazione stile DR Jackil e MR Hyde, sarà il buco dell’ozono o sarà che quando sono riuscito a scappare dal lavoro sono tornato proprio a Pavia, a rivedere il cortile (non prima della mia classica overdose di “magic bowl” organizzata all’ultimo secondo).

Non so quante volte in 1 minuto una persona sbatta le palpebre…io ero a casa bertone e in un battito di ciglia ero in africa a lavoro, il battito dopo ero tornato a casa dopo 7 mesi…poi una serie di battiti e in ognuno c’era qualcuno di voi con lo sguardo attonito, il viso sorridente e una vita da raccontare, una vita dove sono solo un alone presente nelle storie raccontate.
Dagli occhi di Salvo che viaggiano velocemente tra il mio viso e il PC a quelli di Mari che mi vede per la prima volta con quel pizzico di curiosità, dagli sguardi di Mic Bern e Karim complici e bramosi di scoprire cosa sarebbe successo a quelli impregnati ancora di Africa di Gianna, dallo sguardo vispo di Elena Manca a quello un po stonato di Maso, dallo stupore dei poveri folli che pensavano di aver visto il mio sosia aggirarsi per l’università a chi vedendomi non si è mai accorto che non ci sono stato.
Lo sguardo di Elena e Giulia che ti pensano quando vedono quella sedia, gli occhi ebbri di Carletto Bilello e Cecilia (anche se non credo che i miei fossero molto piu sobri), la vicinanza con l’espressione di Davide vittima come me della vita e la morte del proprio alter ego.
A volte mi sforzo a tenere gli occhi aperti per godermi ogni attimo…ma il tempo è poco e devo chiuderli e andare oltre.
Quanti secondi sono passati, quanti me ne restano per finire il minuto, posso sbattere ancora velocemente le palpebre e vedere ancora occhi…quelli rossi di lacrime di mia madre e mio padre, quelli increduli delle mie nipoti e delle mie sorelle, e poi gli amici storici di giu e gli amici di su che vivono giu.
Mi sono rimasti pochi secondi, sbatto ancora più veloce, tipo effetto luce stroboscopica, ora sto cercando uno sguardo e resto deluso ogni volta che apro gli occhi e non lo trovo. Mi scende una lacrima per lo sforzo del battito, vedo appannato, mi sfrego le palpebre con un dito e quando è tutto nitido non c’è piu nessuno, mi accascio, getto un urlo, mi aggrappo al suolo mentre sprofondo sotto terra, giuro di ritornare, mi manca il respiro, ritrovo quello sguardo e col sorriso muoio!