giovedì 20 novembre 2014

Glicine, gerani e zingarate

Forse ci eravamo abituati che volevamo troppo da queste righe. E qualche volta quando il cuore è pesante e le rive italiane ci mancano ci avrebbe fatto piacere scrivere, ma abbiamo una sorta di ansia da prestazione… come se non ce ne fosse già abbastanza nell’affrontare questa vita.

Però adesso non mi interessa se scriverò bene o male. Ho solo bisogno di sedermi a un tavolino di legno del cortile e scambiare due parole con voi, seduti su sedie di vimini sfilacciato. Un fiasco di vino e sette caffe, uno lungo.