domenica 2 marzo 2014

Bronzo, argento e oro



Da un lato all'altro della camera ora pendono quattro stracci i quali io, restituendo loro un po' di dignità, vorrei chiamare magliette. E' un vecchio rimedio che chi ha frequentato il soppalco di Via Brichetti qualche anno fa ricorderà. Una sottospecie di soluzione d'arredo in mancanza di oggetti d'arredo. Questa camera non è molto più ampia di quel soppalco, affacciandomi alla finestra di notte non c'è un'anonima stazione della Bassa padana persa nella nebbia, ma le luci di un quartiere, Magdalena, lungo le cui avenidas i grattacieli vengono su come funghi, come a Hong Kong. Proprio uno di questi grattacieli fra qualche mese oscurerà le basse e colorate case di Calle Daniel Hernandez e delle altre calles che si ramificano alle spalle di Avenida Brasil. Da un tredicesimo piano ce n'è di strade da vedere.

La speranza è dunque che almeno qui in Perù non costruiscano alla stessa velocità di chi, sull'altra sponda del Pacifico, tira su 30 piani in 6 mesi. E' rassicurante il fatto che cercando su internet bambù in Perù, trovi soltanto un ristorante cinese.

Senza che nemmeno me ne sia reso conto intanto un mese è passato. L'iniziale entusiasmo è divenuto consapevolezza. Quella di trovarmi in un luogo che prima di prendere e pretendere ti dà delle opportunità. Sentirsi derubato di undici ore di libertà ogni giorno, costretto a una scrivania con le catene della busta paga, è d'altronde un inevitabile corrispettivo per tutto quello che in coscienza si è voluto lasciar dietro.

Non era soltanto oro tutto quel che luccicava. Queste undici ore sono un bel pezzo di bronzo finito dritto nei denti. Come una vecchia amica mi ha detto, il sentimento di inadeguatezza dietro una scrivania è comune a tanti. Nonostante questo, resta la bellezza di Lima, la sua elegante anarchia, il fermento e l'eccitazione per i nuovi progetti oggi supposti, proposti a un amico, e domani realizzati.

Ci sarebbe anche dell'argento da qualche parte, l'hanno lasciato alcuni zingari passati di qua. Non essendo come loro molto incline al nero sulle dita, aspetto di capire se sia anche quello oro o, viceversa, bronzo.

1 commento:

  1. E alla fine rischi sul serio di riparare bici....come nella torrida estate del'33, quando a Mogadiscio ci si riparava all'ombra delle palme di Corso Vittorio Emanule. E Said ci dava qualche pezzo di ghiaccio da tenerci sotto al palato per rinfrescarci e i nostri polpastrelli erano neri di grasso.

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