giovedì 20 novembre 2014

Glicine, gerani e zingarate

Forse ci eravamo abituati che volevamo troppo da queste righe. E qualche volta quando il cuore è pesante e le rive italiane ci mancano ci avrebbe fatto piacere scrivere, ma abbiamo una sorta di ansia da prestazione… come se non ce ne fosse già abbastanza nell’affrontare questa vita.

Però adesso non mi interessa se scriverò bene o male. Ho solo bisogno di sedermi a un tavolino di legno del cortile e scambiare due parole con voi, seduti su sedie di vimini sfilacciato. Un fiasco di vino e sette caffe, uno lungo.


Oggi sono successe una serie di cose, tutte insieme. Mia madre ha fatto gli anni e non credo sia bello arrivare a 58 anni e dover ricevere degli auguri dal proprio figlio che sta dall’altra parte del mondo su what’s app. Due amici hanno avuto la loro prima figliola, e invece è una gran gioia poter ricevere su what’s app il loro primo selfettone. Ho assistito a un udienza nel tribunale in cui la miniera che qua ha un potere immenso ha tirato l’ennesimo schiaffo a una povera contadina che solo a guardare la dignità dei suoi occhi ti senti piccolo piccolo.

Ho guardato un video in cui Bern canta con Tana e che mi ha riportato per cinque minuti nella nostra Pavia, fastidiata e ferita in queste settimane dal Ticino e da brutti avvenimenti.

Poi ci sono altre cose, che a quel tavolo è meglio non dire, che forse le diresti solo dopo vari calici di rosso sentendo che ti stai togliendo un peso grande e che, appena tirato fuori, viene ricevuto con una qualche battuta su un qualsiasi altro tema con l’insensibilità tipica dei veri amici.

Ma vi rendete conto che qua la pizza la considerano buona solo se c’è sopra l’ananas?!? Ma questa è civiltà?!

Su tutti questi temi c’è sempre il grande amore per la nostra terra, che per quanto non ci sappia dare opportunità e ci costringa a stare a vedere alberi di natale a 30 gradi all’ombra dall’altra parte del mondo, in Arabia o Tunisia, è pur sempre la terra che s’è attaccata ai piedi scalzi di noi sette bambinoni e che ci fa camminare con un perenne fastidio i sentieri del mondo. 

Quella terra, i pensieri sul futuro e i quotidiani schiaffi e carezze sono quello che ci fa ricordare che il tempo scorre e che le stagioni passano.


E che glicine, gerani e zingarate torneranno a fiorire nel nostro cortile. 

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