Per combinare qualcosa nella vita,
bisogna svegliarsi presto la mattina; ma non è che se uno la mattina
si sveglia sempre presto deve combinare per forza qualcosa.
E' capitato in questa magica estate
pavese che alle 8:30 del mattino uscissi di casa per la seconda volta
nella giornata, diretto all'autobus che (fortunatamente non proprio)
tutte le mattine mi ha portato a Milano Famagosta, e senza che questo
rappresenti ineluttabilmente un'ipoteca su un futuro affermato e
brillante.
Ho passato tutta l'estate a lavorare,
tra Pavia e Milano, salvo fugaci (e purtroppo insufficienti) raid per
cercare di sopperire alle difficoltà causate dall'impervia geografia
dei miei affetti, in alcuni casi irraggiungibili. Il viaggio è diventata un po' una costante da
qualche tempo, sopratutto da quando si è reso necessario per colmare
un grosso vuoto la cui dimensione corrisponde più o meno alla
distanza tra questa penisola e quella iberica, e forse qualcosa in
più.
Nel frattempo, a Gaza i palestinesi
resistevano ingabbiati come topi all'offensiva israeliana; in Ucraina
il conflitto tra filorussi e fascisti mascherati da europeisti faceva
tremare le sabbiose fondamenta dell'Europa politica; l'autoproclamatosi Califfato tra
Iraq e Siria miete vittime, spaventa e ci ricorda gli errori fatali
commessi dall'occidentalismo sfrenato; l'ebola miete vittime tra le
superstizioni e i timori di chi guarda l'Africa solo quando
rappresenta un pericolo per il proprio giardino immacolato. E mentre
gli aerei cadono come ciliege d'estate, mi preparo a far scattare le
molle tenute schiacciate per troppi anni sotto il peso del fieri di
una vita che spesso sembrava di non poter controllare, ma sempre al
servizio di una causa, una sola.
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Pavia ad agosto non mi ha mai
entusiasmato, per usare un eufemismo; eppure in questi ormai cinque
anni in cui la ridente provincia lombarda è stata il mio domicilio
(più o meno) fisso, non c'è stato anno che non mi abbia visto
convivere almeno per un po' con le sempre infallibili zanzare padane
e con i pochi pavesi superstiti.
Qualche settimana fa i cortigiani di
questo blog, non tutti purtroppo, si sono ritrovati sotto il tetto di
casa Bertone restituendole l'atmosfera di una volta. In fondo le
pareti non fanno una casa in quanto tali, di per sé questi sono
luoghi senza spirito, a discapito degli inutili tentativi di far sì
che si verifichi il contrario. Di contro, non è difficile ricreare
le situazioni familiari, come se fossero state lì pronte a saltare
fuori da un divano rosso o dal pensiero di una zingarata, da una
discussione sul Medio Oriente o sulla giustizia universale, tutto
chiaramente contornato da riproduzioni filmografiche cult e litanie
pseudocomiche.
Tutto mi ricorda che da questa città,
in realtà, sono andato via un anno fa.
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Insomma, tutto 'sto casino di maldestri
tentativi di apparire laconico e nostalgico, sensibile e passionale
per dire che smollerò gli ormeggi.
Vado a Lisbona, per approssimativamente
due anni, per un Master in Sviluppo e Cooperazione Internazionale.
Domani.
Parte di 5 anni rinchiusi in 6 colli affidati forse avventatamente a Transitalia SpA |
E' piuttosto difficile elaborare il
modo in cui sto vivendo questa scelta; infatti penso che non lo
scriverò e vi risparmierò questa supercazzola. Oscillare
dall'entusiasmo puro al peso delle incognite è una spinta non
indifferente (ecco, alla fine l'ho fatto) a far sì che tutto vada
nel verso giusto, come se fosse possibile controllare questo genere
di cose.
Qualche post fa, dicevo che la Guinea
Bissau – tra le innumerevoli cose – ha messo una bella pietra
sopra a quello che sicuramente nella mia vita non voglio fare. Il che
rappresenta senz'altro una scrematura rispetto alle inclinazioni
maturate in questi intensissimi anni; e proprio perchè sono passati in un baleno, sono anche stati determinanti nel rendermi quello che sono e nel guidarmi lungo le asperità che mai hanno fatto senitre la propria mancanza. Quello che è arrivato a Pavia non è lo stesso che se ne va, dai chili in
più alla voglia di riversare energie e rabbia in sfoghi (quasi) sempre proficui, almeno nelle intenzioni.
Gli anni del Coordinamento sono stati
indescrivibili. I compagni, le compagne, le lotte, i compromessi, la
fatica, i manifesti, le gambe come molle, la direzione sempre uguale,
i compromessi, quelli piuddesinistradete, le pulsioni dei movimenti e
la costanza della rappresentanza sono stati di gran lunga
l'esperienza più significativa della mia vita; è inevitabile che
tutto questo crei la nostalgia più grande nel lasciare questo posto.
Ma è stato proprio questo a orientare
le mie scelte fino a questo momento, compresa questa, insieme a tutti poli
gravitazionali sparsi sul globo terracqueo; alcuni di essi esercitano
una forza incredibile, e assecondarli diventa irrinunciabile,
qualsiasi cosa questo comporti.
Mi sto riposizionando nel complesso
reticolato delle idee e degli affetti, assecondando le ragioni del
cuore, che sono mille e nessuna, a volte travestite di una
razionalità che non gli appartiene.
Dopo aver salutato - un po' a random - i luoghi e le persone che mi hanno accolto in questi anni, da lunedì, dall'altra parte
dell'oceano ci sarà di nuovo un altro continente lontano.
Me ne sto andando da qui così come
sono arrivato, in punta di piedi; ma seguendo la stessa direzione che
mi ha guidato lungo questi bellissimi anni, che hanno caricato
delle molle pronte a scattare, proprio come quelle del "dado che cammina". Senza cambiare mai rotta, senza mai rompere la fedeltà
verso sé stessi e verso il motivo che crediamo ci abbia messo al
mondo, a partire dal momento in cui abbiamo deciso di farne parte.
Non un passo indietro.
Mai una resistenza rispetto a quello
che crediamo sia giusto.
[...] le ragioni del cuore sono le più importanti, bisogna sempre seguire le ragioni del cuore, questo i dieci comandamenti non lo dicono, ma glielo dico io, comunque bisogna stare con gli occhi aperti, nonostante tutto, cuore, sì, sono d'accordo, ma anche occhi bene aperti [...].--Antonio Tabucchi
dal libro "Sostiene Pereira. Una testimonianza" di Antonio Tabucchi
PUNTA DI PIEDI???
RispondiEliminame se ha fatto sempre un bordello della madonna con striscioni cortei megafoni chitarre e tamburi!!!!